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Do not track: l’anti-tracciamento nei browser

6 Ottobre 2012

Firefox, Internet

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Avete osservato come la pubblicità che compare nei siti internet non sempre è così casuale? Il giorno prima avete cercato delle informazioni su un dispositivo (esempio una memoria RAM) e oggi mentre navigate compaiono annunci pubblicitari di negozi che offrono memoria RAM.

Questo succede perchè quando navighiamo alcune informazioni vengono raccolte in modo da poterci offrire ricerche più mirate. Ne guadagnano tutti da questo: noi perchè troviamo prima quello che stiamo cercando, gli inserzionisti perchè vendono più facilmente i loro prodotti e i siti web perchè ospitano pubblicità remunerativa.

Qualcuno pensa che invece è solo nell’interesse di Google perchè gestisce la maggior parte del traffico pubblicitario, mentre altri sostengono che è una violazione della privacy raccogliere informazioni anche se vengono finalizzate al nostro interesse.

“Do not track” è allora una tecnologia nata per inserire negli header delle pagine che visitiamo la volontà di tracciare o meno i nostri dati. Il formato prevede per default che i dati siano tracciati visto che non è stata fornita una opzione e solo se disponiamo il contrario essi siano invece fermati.

La questione interesante è emersa invece di recente, quando Microsoft ha detto che Internet Explorer 10 avrà il Do Not Track attivo di default per bloccare la tracciatura. Questo, tra l’altro andrebbe contro il principio stesso per cui è stato creato il sistema: dare all’utente la possibilità di decidere.

A mettere una pezza ci ha pensato Apache (il server web più utilizzato al mondo) perchè ha deciso con le nuove versioni di ignorare totalmente gli header forniti da Internet Explorer 10, così che l’azione di forza di Microsoft le si ritorcerà contro: chi vuole non essere tracciato lo potrà fare solo con una altro browser!

Detto questo perchè dovremo disattivare questa opzione (nella figura sopra vediamo su Firefox dove mettere il flag), visto che ritorna utile nelle nostre ricerche?

Alcuni motivano per salvaguardare la propria privacy rispetto ad altri utilizzatori del pc. Infatti che succede se un vostro parente utilizza il vostro pc/brower e navigando si accorge delle vostre preferenze in base al contenuto offerto dalla pubblicità?

Personalmente obbietterei che se una persona usa il mio pc lo fa con un utente creato ad-hoc (viva la multiutenza di Linux) e quindi il problema è risolto almeno per me, ma invece rimarrebbe per l’utente ad-hoc (perchè mica creo 100 profili per potenziali 100 utilizzatori, quindi il secondo parente troverebbe le preferenze del primo che lo ha usato!).

Perciò il do-not-track è utile quando effettivamente un account è usato da più utenti (occasionali) in contemporanea sullo stesso pc e profilo del browser.

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